il giro d’affari del PGT di San Felice d/B

In un recente intervento il Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi ha sottolineato l’avanzata delle infiltrazioni mafiose, soprattutto nel sistema economico-finanziario, nel territorio Lombardo, in particolare Milano, Bergamo e Brescia. Da poco a San Felice del Benaco è stato adottato il nuovo strumento urbanistico del Piano di Governo del Territorio e questo non vuol dire che via siano necessariamente interessi “sporchi” o cosche pronte a investirivi, ma David Vetturi, coordinatore del circolo locale del PD, ha comunque qualche preoccupazione.

Con 130 mila mq da urbanizzare e 42 mila mc di nuove abitazioni, quale può essere il giro d’affari mosso?

Non è banale riuscire a fare una valutazione del genere, tuttavia è possibile fare quello che comunemente viene chiamato il “conto della serva”. Attualmente una casa di 140 mq a San Felice si vende fra i 500 e i 700 mila euro. Valutando un altezza media di 3 metri per le abitazioni il costo a mc di abitazione è compreso fra 1100 e 1700 euro. Moltiplicando il tutto per 68 mc, perché, oltre agli ambiti di trasformazione, ci sono oltre 20 mila mc di cosiddetti “lotti liberi”, si ha un volume d’affari compreso fra 75 e 110 mln di euro. Il calcolo è conservativo e non considera i costi legati alla realizzazione della parte di servizi pubblici, che saranno appalti pubblici, per oltre 15 mln e per gli eventuali interventi edilizi in centro storico.

Ci sono dei timori su chi vi investirà?

Non mi permetto di fare considerazioni su chi sarà a operare economicamente in futuro, mi limito a poche considerazioni. La versione dell’amministrazione comunale è che si realizzeranno solo case per i residenti e non seconde case. Il reddito IRPEF complessivo per i 1912 contribuenti di San Felice è stato nel 2009 di circa 45 milioni di euro (dati dell’Agenzia delle Entrate). Di questi solo un centinaio ha redditi superiori a 60 mila euro. Il volume di affari mosso dal PGT è circa due volte il reddito complessivo prodotto a San Felice. Evidentemente non saranno tutte residenze per le persone del posto, ma assisteremo a una nuova crescita delle seconde case sul territorio gardesano.

Un Comune può far qualcosa per prevenire capitali di dubbia provenienza, riciclaggio del frutto di attività della criminalità organizzata? A Toscolano il PD ha posto il quesito con una interrogazione.

Vista la premessa, è ovvio che i capitali che verranno a operare saranno esterni al nostro Comune. La presenza economica, e non solo, della criminalità organizzata nel bresciano è documentata da inchieste della magistratura, denunce di diverse associazioni e approfondimenti giornalistici: cito uno fra tutti, “La Leonessa e la piovra”, documentario sulle infiltrazioni della mafia a Brescia di Fabio Abati e Igor Greganti che è reperibile ancora oggi sul web. Credo che sia dovere di una amministrazione comunale chiedersi cosa accadrà nel nostro territorio quando viene approvato un PGT. Chi verrà davvero ad investire i capitali a San Felice? Non vorrei risvegliarmi fra qualche mese come gli abitanti di Urago Mella quando avvenne il delitto della famiglia Cottarelli.

Enrico Grazioli – Corriere del Garda n.9 – maggio 2011


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Vai articolo originale: http://laltrasanfelicewp.wordpress.com/2011/05/27/il-giro-daffare-del-pgt-di-san-felice-db/

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