Flipboard e il declino della democrazia?

Non ho ancora un iPad (se mai l’avrò) e dunque non ho potuto provare in maniera diretta Flipboard. Eppure leggendo i molti commenti sbocciati sui blog di chi ne parla, me ne sono fatto un’idea. In pratica si tratta di un’applicazione che raccoglie le varie notizie che noi seguiremmo spostandoci da un sito all’altro, inclusi i social network, e le dispone in maniera graficamente gradevole in un’impaginazione che richiama le riviste che leggiamo normalmente nella forma cartacea. A parte le varie discussioni relative a diritti e copyright, a distribuzione dei ricavi pubblicitari e strategie marketing che si annullano a vicenda, su cui non voglio indagare, mi viene da fare un’osservazione più ampia sulla direzione che ha preso il consumo di informazione online.

Questo si lega anche ad un altro post che sto ho letto oggi (sto recuperando da una settimana di “vacanza” senza internet) in cui la lunga coda è un principio che avvantaggia gli estremi ma penalizza chi non è ne superspecializzato ne supervariegato.

È una dinamica che noto da parecchio: matrioske alternate, la più esterna unitaria, la seconda variegata e poi la terza di nuovo specializzata e così via alternandosi.
Nel concreto i nostri primi passi sul web erano supportati da portali che fungevano da motore di ricerca, da indicatore del meteo, di notizie, offrivano posta, e chi più ne ha più ne metta. Poi è arrivato Google che non era altro che una grande pagina bianca con un logo, una barra per la ricerca e due bottoni sotto. Poi torna Facebook e un’enorme schiera di social network che permettono sempre più di riavere tutta la nostra vita online in un unica pagina: vita sociale, giochi, un “ebay” apposito, archivio immagini ecc.

Pensate ai blog che leggete più volentieri di cosa parlano. In genere avete un set di blog monotematici che uniti gli uni agli altri, nell’inconsapevolezza dei singoli autori, offrono un quadro completo della realtà. I giornali invece devono coprire un po’ di tutto in una sorta di minestrone mediatico, in maniera che sfogliando un unico giornale abbiamo un’idea di quello che accade nel mondo. Abbiamo due estremi dunque: tanti singoli e un unicum polivalente. Quale delle due cose sia meglio è impossibile dire. È un po’ come chiedersi se viene prima l’uovo o la gallina. La polifonia necessita di essere raccolta, il monopolista deve cercare di offrire tutto il necessario. Quello che non ci serve sono le vie di mezzo (come questo blog 🙂 ).

Cosa c’entra Flipboard? Beh, è l’ennesimo tentativo di passare da un estremo all’altro (tutti i social network su in un unico spazio).

Sulla base di questa osservazione e tenendo conto del fatto che alla fin fine per la maggior parte noi siamo una massa di pigroni serviti dalla tecnologia, credo che si finirà che ogni famiglia/casa sarà dotata di una specie di televisore connesso a internet che in maniera automatica si aggiornerà e ci presenterà una selezione di contenuti che noi abbiamo scelto in anticipo come un feedreader. Forse questo televisore sarà simile a un tablet, forse sarà un mega coso in 3D attorno al quale ruoterà la nostra abitazione. Magari anche entrambe le soluzioni insieme complementariamente.

Questo poi avrà grandi risvolti a livello democratico, dove le nostre posizioni democratiche saranno legate al momento in cui abbiamo scelto i canali da seguire sul nostro client e che poi in maniera attiva di condizionerà perché a quel punto noi saremo spugne tornate alla passività televisiva.

Io la butto lì come provocazione.

Vai articolo originale: http://feedproxy.google.com/~r/blogspot/SCne/~3/gpJUFVBxIzc/flipboard-e-il-declino-della-democrazia.html

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