Fiume a secco: «Pronti ad azioni clamorose»

Azioni di protesta, anche clamorose, contro Enel e Provincia per il mancato rilascio dalla Diga di Valvestino del deflusso minimo vitale (Dmv) per il fiume Toscolano. Le annuncia Davide Boni, che da anni, prima in qualità di vicesindaco e ora come consigliere comunale, segue le sorti del Toscolano, fiume che soffre per i rilasci irrisori di acqua dal bacino artificiale di Ponte Cola, gestito da Enel per far funzionare la centrale idroelettrica di San Giacomo, a Gargnano.

Ora Boni annuncia azioni eclatanti: «Se non otterremo risposte entro la metà di ottobre, quando dovrebbe ricominciare la risalita delle trote lacustri per deporre le uova, personalmente sono disponibile ad avviare uno sciopero della sete per vedere rilasciata l'acqua cui la nostra comunità, trote comprese, ha ». Il problema è presto detto: «La normativa regionale – dice Boni – prevede dal gennaio 2016 il rilascio del Dmv, cioè il rilascio a valle di un quantitativo minimo di acqua, che ad oggi non viene rilasciato, necessario a garantire la continuità ecologica del fiume». Per Boni le responsabilità sono chiare: «Che Enel tiri acqua al proprio mulino è prevedibile. Non protesto per la prevedibile inerzia di Enel, ma per l'inspiegabile inerzia delle istituzioni coinvolte, in primis la Provincia di Brescia».

Per Boni «Enel non poteva permettersi di disattendere la legge, ma doveva giustificare questa “inadempienza”. Ha quindi avviato una procedura che condiziona il rilascio dell'acqua alla costruzione di una nuova centrale attraverso cui turbinare il Dmv, nello specifico una piccola derivazione che doveva essere autorizzata, o negata, in tempi certi dalla Provincia. Bene, il problema è che la Provincia non si è mai espressa, nonostante i termini siano decorsi da quasi due anni, e ciò legittima di fatto l'inadempimento di Enel». Tra l'altro, conclude il consigliere comunale, «il Comune di ha proficuamente collaborato con la Provincia, partner di progetto del Bando Cariplo Lacustre, finalizzato a ricreare nel fiume le condizioni ottimali per la risalita delle trote, e non mi spiego questa inerzia».

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