Fascisti? Non chiamatelì così i leghisti!

L’altra sera mi sono dovuto precipitare a Brescia. Durante il tragitto mi sono messo ad ascoltare Radio Padania Libera. I microfoni erano aperti agli interventi dei radioascoltatori ed il tema era legato alle sempre più frequenti prese di posizione della stampa che avvicina i leghisti ai fascisti.

Nel particolare si parlava dei commenti di alcuni giornali all’indomani della manifestazione della lega a Venezia.

Tutti coloro che sono intervenuti si sono affannati a giurare di non essere fascisti e che la lega non è il partito fascista. Tutti a dire di essere antifascisti e che la Lega è l’opposto del fascismo.

Una cosa mi era chiara: chi parlava credeva veramente a quello che diceva. Sono certo che chi si professava antifascista credeva veramente di esserlo. Tutti erano in buona fede. Ma….

Ma c’è un semplice ma! Pensare di non essere una cosa non significa non esserlo veramente.

Evidentemente questi "antifascisti" non hanno mai letto, non dico un libro di storia, ma uno straccio di discorso di Mussolini.

Se così avessero fatto si sarebbero accorti che quello che dice Gentilini o Borghezio o, a tratti, lo stesso Bossi non è poi così diverso, nei contenuti, a quando diceva Mussolini.

Gentilini dice:

Voglio eliminare i bambini che vanno a rubare agli anzianiiiiii!

e ditemi voi cosa uno può pensare di questo individuo! Forse che è un convinto antifascista? Che è un democratico, uno statista?

Se Borghezio partecipa a Colonia ad una manifestazione xenofona neonazista (e non lo dico io ma le autorità tedesche) non è lecito pensare che se ci va forse qualche vicinanza del pensiero leghista con quello neonazista forse ci sarà?
E visto che non è giunta nessuna presa di posizione contraria da parte della dirigenza della Lega è naturale che questo pensiero di vicinanza venga rafforzato.

Ho esagerato?

Cari amici Leghisti, non arrabbiatevi. Sono convinto che in cuor vostro pensate di essere antifascisti, ma antifascisti bisogna esserlo. Tutti i giorni. Quello che mi preoccupa è la deriva verso la quale indiviui come Gentilini e Borghezio (solo per citarne due) vi stanno portando. Ancora una volta vi invito a leggere : "Matteotti e Mussolini – 1924: il delitto del Lungotevere" forse qualcosa vi può insegnare.

 

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