Ogni giorno comincia con la piccola magia del dormiveglia, quando i sogni ancora sono presenti ma già li possiamo vedere "da fuori".
E’ il momento in cui, se riesco a percepire di cosa stavo sognando, me ne ricorderò per tutta la giornata, sprazzi, sequenze, voci, colori (io sogno in technicolor) che mi rallegrano.
Faccio sogni bizzarri e indaffarati, rarissimamente angoscianti e la loro compagnia durante il giorno mi fa scoprire le stranezze della realtà quando vedo cose che credevo possibili solo in sogno.
Il più delle volte sono immagini un po’ distorte ma dense di significato, come quelle di Alberto Bregani, spesso sono sensazioni allo stato puro, impossibili da dire ma non meno presenti.
Se mi sveglio troppo presto puo’ accadere che nel riaddormentarmi chieda al mio sogno di continuare, come un bambino che ascolta le fiabe e ogni volta le vuole fino alla fine.
Ho anche "sognato di sognare" e queste contorsioni della mente mi affascinano per la sua straordinaria capacità di giocare in equilibrio tra vero e immaginario come un giocoliere di strada.
Nei sogni litigo con chi mi sta sul gozzo o mi ha fatto del male e nello spazio di una notte riaggiusto il conto senza portarmi appresso il rancore.
Corteggio donne impossibili di cui nel dormiveglia mi chiedo il perchè e mi meraviglio di come il mio "superio etico" mi censuri costantemente i sogni: ma quanti siamo sulla scena? Io che sogno, io che vedo il sogno, un altro pezzo di me che controlla, più tutti i personaggi.
Man mano che nel dormiveglia i sogni svaniscono, inizia un altro momento speciale, quello delle idee. Non accade sempre, anzi è una alchimia complessa che si deve realizzare, ma quando si compie ecco apparire idee, progetti, cose da fare o da dire, fantastiche come i sogni di cui sono intrise ma concrete come il giorno che ho davanti a ms.
Anche questo testo mi si è formato in testa nel dormiveglia.
Vai articolo originale: http://blog.gigitaly.it/2009/08/dor.html