Digitalizzazione pratiche edilizie, un Comune su 10 ancora schiavo della carta

Si fa presto a dire digitalizzazione. Farla è un’altra cosa. Se da una parte i milioni a pioggia dei fondi del Pnrr sembrano essere la soluzione a tutti i mali, dall’altra si finisce sempre a fare i conti con quello che davvero accade nei Comuni, soprattutto quelli più piccoli. Lo dimostra l’ultimo faro acceso sui garbugli burocratici (e non solo) che resistono nella Pubblica amministrazione: un caso che dalla provincia di Brescia ha fatto il giro di tutta Italia.

La lettera

A scatenarlo è stato Giuseppe Zipponi, presidente del Collegio dei geometri di Brescia, il quale non poteva prevedere che una sua lettera a un sindaco della provincia potesse diventare un post virale su Facebook. Dopo aver ricevuto decine di segnalazioni da colleghi, lo scorso 28 marzo ha scritto a Simone Zuin, primo cittadino di San Felice del Benaco, per lamentare una pratica messa in atto dall’Amministrazione gardesana: la pretesa di avere dai professionisti la versione cartacea delle pratiche edilizie, che invece per legge sono state digitalizzate, per far andare a buon fine la protocollazione.

EMBED [post Ingegneria e dintorni]

«Dopo aver compilato la modulistica e caricato tutto sul portale – scrive Zipponi – ci viene detto che è necessario depositare la documentazione in formato cartaceo». Tradotto: i geometri (ma anche gli architetti e gli ingegneri) sono costretti, dopo aver caricato online («un’operazione che già di per sé è un labirinto»), a stampare risme di fogli e portarle in Municipio, magari attraversando la provincia. Altrimenti, denunciano dal Collegio geometri, è a rischio addirittura la protocollazione. Che equivale a non dare il via a pratiche, autorizzazioni e cantieri: un impiccio non da poco, se si pensa a quanto sia importante il rispetto delle scadenze per usufruire di bonus edilizi (Superbonus in testa) che rischiano di andare persi, recando un danno a clienti e cittadini. «Non è solo una scocciatura, ma un autentico ostacolo al lavoro – sentenzia Zipponi – che va in contrasto con l’obbligo di accettare documenti digitali (determinato dall’art. 5 comma 4 bis del Dpr 380 del 2001). Una condotta fuori dal tempo».

Fotografata e pubblicata sui social, la lettera è diventata virale, al punto da essere condivisa dalla pagina Facebook «Ingegneria e dintorni», che si rivolge ai professionisti dell’edilizia e conta più di 315mila follower. In poche ore, ha raccolto migliaia di like e commenti, soprattutto di colleghi che confermano di avere disagi simili. Non solo a Brescia, ma in tutta Italia.

Il caso di San Felice

EMBED [Sotto i riflettori è finito il Comune di San Felice del Benaco, 3.400 abitanti]

«San Felice – spiega Zipponi – è stato un capro espiatorio, ma nella nostra provincia sono almeno una ventina i Comuni che esigono la copia cartacea delle pratiche». E il punto non è tanto la cosiddetta «copia di cortesia», che in alcuni casi può anche essere un’attenzione in più, seppur non dovuta, per agevolare il lavoro degli uffici tecnici comunali. Il problema è che senza quella non si procede alla protocollazione. «Ci sono portali in cui una volta terminato il caricamento, che richiede parecchio tempo – racconta il presidente – alla fine esce una scritta rossa che informa che i termini istruttori inizieranno a decorrere solo dalla data di ricezione dei documenti fisici».

EMBED [Leggi anche]Da noi sollecitato, il primo cittadino di San Felice del Benaco ha fatto sapere che il problema sarà risolto entro fine anno: «I software dell’ufficio tecnico e quelli del protocollo non dialogano, lavorano con formati tra loro incompatibili, per cui è di fatto impossibile protocollare le pratiche presentate online. Un problema che conosciamo da prima della lettera di Zipponi: chi ci ha preceduti ha dato la libertà agli uffici di scegliere ognuno il software che preferiva». Dunque, qual è il piano? «Il tema era all’ordine del giorno già prima della pandemia – ribadisce Zuin -, ma l’emergenza sanitaria ci ha rallentati. Alla fine del 2022 abbiamo dato disposizione per l’acquisto di un nuovo software, un programma di collegamento che consenta di mettere "in dialogo" gli uffici comunali, e quindi risolvere la questione una volta per tutte».

La situazione

Come detto, il problema riguarda nel Bresciano circa un Comune ogni dieci. In particolare, le inefficienze sarebbero concentrate soprattutto sul Garda e nella Bassa. Tra i paesi dell'Alto Garda, ad esempio, Gargnano si è messo in regola da poco più di un mese, mentre a Tremosine la digitalizzazione è stata introdotta, ma solo in parte. «Per ora – spiega il sindaco Battista Girardi – riusciamo a gestire in modo informatico le pratiche relative agli aspetti paesaggistici, che sono quelli più semplici. Per le pratiche urbanistiche invece non siamo pronti: chiediamo ancora il cartaceo, ma contiamo di adeguarci nel giro di qualche mese. La procedura è definita, dobbiamo solo provvedere alla formazione interna del personale. Poi – conclude il sindaco – anche le pratiche urbanistiche potranno essere protocollate solo in formato digitale».

Gli altri Ordini

EMBED [La gestione digitale delle pratiche edilizie riguarda geometri, ingegneri e architetti]

«Anche gli ingegneri registrano le stesse difficoltà di gestione delle pratiche digitali – conferma Laura Boldi, presidente dell’Ordine degli ingegneri -, che si sommano agli innumerevoli adempimenti burocratici a cui siamo costretti. Credo si tratti di un tema di resistenza culturale, per la serie "abbiamo sempre fatto così", ma ci sono casi di mancanza di attrezzature negli uffici tecnici». Boldi, forte della sua esperienza da ex amministratrice (è stata sindaco di Monticelli Brusati dal 2009 al 2014), sottolinea: «Spesso nei Comuni non ci sono nemmeno gli schermi con una risoluzione adeguata ad aprire i file digitali dei progetti, dunque il cartaceo è l’unico modo per consultarli». Per non parlare dei plotter, cioè quei dispositivi in grado di stampare fogli di grandi dimensioni: «Anche quelli scarseggiano». Così come negli uffici tecnici manca il personale, un tema spinoso e già tristemente noto.

«La questione – aggiunge Stefano Molgora, presidente dell’Ordine degli architetti – è anche di efficienza informatica. Orientarsi nel ginepraio di software che i Comuni usano per il caricamento digitale è un’impresa: diversi tra loro, con regole e criteri differenti, a volte con problemi di interoperabilità con altri programmi. E che spesso si inceppano, costringendo a ricominciare tutto da capo. Portare una copia cartacea a volte è necessario».

Lo scontento dei professionisti riguardo ai sistemi informatici nei municipi bresciani è stato verificato anche attraverso un’indagine di Campus Edilizia (Ance Brescia), che ha rilevato che l’80% degli intervistati riscontra difficoltà nell’utilizzo delle diverse piattaforme delle Pa mentre la metà ritiene la compilazione «macchinosa». Insomma, i cantieri da aprire sono ancora parecchi.

EMBED [Box News 5 Min Articolo]

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