Desenzano a macchie

Il prossimo sindaco dovrà (non perché sia più urgente del solito, ma perché sempre va fatto così) definire Desenzano a zone, così da dare una direzione chiara di sviluppo che possa accontentare tutti i 25.000 abitanti e le varie migliaia di turisti. Desenzano è molto eterogenea come portatori di interesse, alcuni vivono di turismo (negozianti del centro, gelatai, ristoratori, albergatori, musei ecc.), altri di agricoltura (in tutta la zona rurale fuori dalla città), altri nell’artigianato (la zona industriale sulla tangenziale via Mantova e dietro alle Grezze), ci sono poi famiglie che devono mandare i bambini a scuola e che non debbano temere del traffico sulle strade, gli anziani che necessitano di farmacie comode e che non possono andare a fare compere nei centri commerciali, e chi più ne ha più ne metta.
La cosa più facile secondo me è creare zone ciascuna specializzata su alcuni portatori di interesse. Di seguito alcune proposte.

Il centro e Capolaterra si dovrebbe specializzare sui turisti, stimolando quello che già c’è. Significa creare parcheggi comodi e grandi a pagamento, incentivare i negozi, le guide turistiche nei monumenti, montare luminarie, abbellire i portici, ZTL, eventi per turisti con attori di Zelig ecc.

Le Grezze è già a prevalenza con giovani famiglie. Ora, spostare le scuole dall’asilo alle medie da quelle parti sarebbe troppo in termini di costi, ma basterebbe incentivare i trasporti pubblici come gli scuolabus negli orari più adatti. Servono poi parchi giochi, zone a 30km/h, piste ciclabili, spettacoli per bambini ecc.

In zona di San Zeno ci abitano parecchi anziani che necessitano di farmacie, ambulatori, supermercati, panettieri, facilità a raggiungere la chiesa, appartamenti più piccoli, ecc.

Poi ci sono Rivoltella, Montonale, Vaccarolo e altre frazioni che non conosco abbastanza bene da azzardare proposte.

Si definiscano i confini esatti di ciascuna zona (quali vie la racchiudono), si contino gli abitanti e si distribuiscano i fondi comunali in maniera proporzionale (con tutti gli adattamenti in base alle risorse importanti) e sulla base di questo si organizzano le politiche di sviluppo. Ovviamente ci sarà chi ci perde da una riorganizzazione del genere: le famiglie giovani in centro, gli anziani alle Grezze, i commercianti fuori dal centro. Ma a lungo termine si può programmare meglio lo sviluppo della città. Ne beneficerà anche il traffico in città.

Ci sarà poi chi cambia necessità. Una famiglia giovane non avrà bambini piccoli per sempre, ma appena questi usciranno di casa, i genitori potranno decidere se lasciare l’abitazione per andare in zone più comode o adattarsi a un quartiere che forse non risponderà completamente alle loro esigenze. Non sto dicendo di eliminare completamente i servizi che non sono specifici per la zona, quindi comunque non sarà grave per chi cambia situazione. Se un intero quartiere nel giro di trent’anni cambiasse configurazione di cambiano le politiche, aumentando ad esempio i trasporti o insediando negozi più vicini alle esigenze.
Non è un sistema perfetto, ma piuttosto che avere un po’ di tutto ovunque, senza accontentare nessuno, la mia proposta è di definire attentamente le zone nel piano regolatore e stimolare delle capacità specifiche per zona.

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