Depuratore del Garda: dopo i Comuni, al Tar anche la Provincia

La mossa è «prettamente tecnica», assicurano dalla Provincia. Un «atto dovuto». Ma vista la delicatezza della vicenda, inutile negare che vi siano anche ripercussioni politiche. Se non istituzionali. Dieci giorni fa i sindaci di Montichiari, Gavardo, Muscoline e Prevalle hanno presentato ricorso al Tar contro la scelta del commissario straordinario per il depuratore del Garda di realizzare il nuovo impianto a Gavardo e Montichiari. Ieri il presidente della Provincia di Brescia Samuele Alghisi ha firmato il decreto che autorizza la costituzione in giudizio di Palazzo Broletto.

Un atto per affiancare i Comuni? «Non entriamo nel merito delle motivazioni dei ricorrenti – spiega il presidente -. Ci costituiamo per essere informati di quel che avviene nel ricorso, ricevere tutti gli atti e conoscere eventuali decisioni. Si tratta di informazioni essenziali visto che a noi spetterà gestire la procedura di Valutazione ambientale o il Provvedimento autorizzatorio unico di competenza provinciale».

EMBED [Per saperne di più]Il 20 settembre lo studio legale Emanuele Ratto di Milano ha depositato il ricorso al Tribunale di Brescia dei 4 Comuni del Chiese. La loro tesi è che il commissario (il prefetto di Brescia Attilio Visconti) aveva il compito di accelerare l’iter di progettazione e realizzazione del nuovo depuratore del Garda. Ma non spettava a lui la scelta della localizzazione dell’impianto. Senza contare che mancherebbe una Valutazione ambientale strategica dell’intero sistema di collettamento. La Provincia per ora tiene una posizione «né pro né contro il progetto» spiega Alghisi. Lo stesso decreto precisa che il fine della costituzione in giudizio è «conoscere gli sviluppi del processo tenuto conto delle successive fasi procedimentali che sono in corso e che condurranno all’apertura di un procedimento autorizzativo» in capo al Broletto.

Eppure non è un segreto che la Provincia abbia maldigerito la nomina del commissario voluta dal governo lo scorso giugno. Alghisi aveva espresso subito «la contrarietà della Provincia di Brescia alla decisione».

Una scelta «tardiva», che non teneva conto della «sintesi importante» trovata a livello locale attraverso la mozione Sarnico; mozione che aveva portato a individuare la soluzione gardesana di Lonato. Quando il prefetto-commissario ha annunciato la sua scelta, Gavardo-Montichiari, Alghisi ha precisato: «Il prefetto Visconti ha svolto il compito che gli è stato assegnato nella piena legittimità del proprio ruolo. Spiace che la politica nazionale non abbia tenuto conto degli sforzi fatti a livello locale».

Ora il presidente ribadisce: «Non è un ricorso contro il prefetto, non voglio che le nostre scelte siano travisate». Ma il fatto di essere «dentro» il processo potrebbe consentire alla Provincia di prendere posizione, affiancare i Comuni nella loro battaglia e portare a casa qualche vantaggio politico in vista delle elezioni di dicembre, recuperando non pochi mal di pancia tra gli amministratori di centrosinistra. Si vedrà. Va detto che i ricorsi e le proteste dei comitati non sembrano scalfire le convinzioni del prefetto-commissario.

Lo scorso 23 settembre sono scaduti i termini per le osservazioni al progetto di fattibilità tecnica ed economica predisposto da Acque Bresciane per Gavardo e Montichiari. La prossima settimana l’Ato invierà al prefetto i risultati della Conferenza dei servizi preliminare. In base a quei risultati, fa sapere Visconti, verranno prese le decisioni per i passi successivi. In sostanza sarà dato l’incarico ad Acque Bresciane di redigere il progetto definitivo tenendo conto delle osservazioni arrivate. Osservazioni non inviate dai Comuni del Chiese, visto il loro «dissenso insuperabile». L’8 ottobre, intanto, il tema depuratore approderà in commissione Ambiente alla Camera, con l’audizione del presidio «9 agosto».

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