Depuratore, comitati e Ato a confronto sulla decisione Ue

I comitati ambientalisti esultano, ma non si fanno illusioni. La bocciatura del progetto del doppio depuratore a Gavardo e Montichiari da parte di Virginijus Sinkevicius, il lituano commissario europeo per l'Ambiente, rinvigorisce gli animi dei comitati dopo oltre tre mesi di presidio contro il prefetto Attilio Visconti, pur sapendo che il giudizio espresso dalla Commissione europea non ha effetti vincolanti rispetto al percorso tracciato.

«È un tassello che ci dà ragione e di sicuro molto importante – afferma Gianluca Bordiga, presidente della Federazione degli amici del Chiese e del lago d'Idro – ma non ci illudiamo minimamente che sia risolutivo. È importante per tutto quello che stiamo facendo ma c'è da lavorare ancora tanto – aggiunge – e in proposito prosegue la nostra azione legale contro la decisione del prefetto-commissario. Depositeremo il ricorso a fine novembre, al massimo entro i primi di dicembre».

L'interrogazione

EMBED [Il documento]A sollecitare la Commissione europea era stata l'europarlamentare dei Verdi Eleonora Evi che dopo essere passata dal presidio lo scorso 11 ottobre, ha presentato un'interrogazione nella quale chiedeva se «il progetto (presentato dal prefetto-commissario, ndr) fosse in contrasto con la Direttiva 2014/101/UE».

EMBED [Il documento/2]La risposta, arrivata per bocca di Sinkevicius, pare netta: «I dati comunicati dall'Italia indicano che Gavardo e Montichiari non soddisfano i requisiti di trattamento».

«Un macigno – afferma il presidente del Comitato Gaia di Gavardo, Filippo Grumi –. Una bocciatura tecnica che smonta tutte le assicurazioni avute da e Acque Bresciane». Il commissario Ue chiarisce inoltre che «nella progettazione e realizzazione degli impianti occorre garantire che il fiume Chiese (il cui stato chimico varia da buono a sufficiente) e il (il cui stato chimico è scarso) possano raggiungere un buono stato entro il 2027», aspetto che non sarebbe assicurato dal progetto scelto da Visconti. «Una doppia bocciatura – conclude Grumi –. Appare evidente che il Garda ha bisogno di altri interventi immediati, distanti da questa maxi-opera».

La visione di Ato e Acque Bresciane

La posizione ufficiale arriverà lunedì, quando il commissario-prefetto Attilio Visconti farà il punto con l'Ufficio d'Ambito di Brescia (Ato) e Acque Bresciane. Ma per i tecnici delle due realtà la lettura degli ambientalisti alla risposta di Sinkevicius è «totalmente errata». L'Ue non ha bocciato il progetto di Gavardo e Montichiari, fanno sapere dall'Ato. Anzi, ha certificato che gli impianti servono con urgenza («entro il 2027») per migliorare la qualità delle acque, sia del Garda che del Chiese. Non solo. Bruxelles ha «smontato il principio di prossimità», quello contenuto nella mozione Sarnico in base alla quale un depuratore va realizzato nel territorio che va a servire (per il Benaco, l'ipotesi «gardesana» era Lonato). Nessuna delle direttive citate dall'eurodeputata dei Verdi Eleonora Evi «fa riferimento a un principio di prossimità» dice l'Ue. «Non è un elemento da poco» commentano dall'Ato, vista l'insistenza sul tema da parte dei comitati.

EMBED [Il documento/2]Il contenuto della risposta, poi, non entrerebbe nel merito del progetto per il depuratore del Garda. Secondo il direttore dell'Ufficio d'Ambito Marco Zemello «fotografa» la situazione delle acque del lago («stato ecologico e chimico scarso») e del Chiese (stato chimico «buono», stato ecologico da buono a sufficiente).

«Il trattamento delle acque reflue è disciplinato dalla direttiva sul trattamento delle acque urbane – scrivono da Bruxelles -. I dati comunicati dall'Italia indicano che Gavardo e Montichiari non soddisfano i requisiti di trattamento». Ma in quest'ultima frase, è la tesi dell'Ato, non c'è alcun riferimento e men che meno nessuna bocciatura del depuratore del Garda. La riprova sarebbe nella nota che rimanda ai «dati comunicati dall'Italia».

Dati del 2018 che formano la mappa del trattamento delle acque reflue. E che dicono come per i reflui di Gavardo e Montichiari non siano «soddisfatti i requisiti di trattamento». Non a caso Gavardo è tra i Comuni recentemente multati da Bruxelles per l'inadeguata depurazione (il vecchio impianto è inadeguato e quello A2A in costruzione non è ancora pronto). Mentre Montichiari ha parti del territorio non collettate che rendono il sistema di depurazione non sufficiente (anche qui sono in corso lavori di A2A). Ma tutto questo, spiega Zemello, non ha nulla a che fare con il depuratore del Garda. L'Ue certifica piuttosto che «sono necessari investimenti negli impianti di trattamento per ridurre i livelli di inquinamento individuati». A Gavardo e Montichiari. «Cosa che si sta facendo» dice Zemello.

L'obiettivo, ricorda Bruxelles, è che sia il Chiese che il Garda raggiungano un «buono stato entro il 2027». Per farlo il Garda ha bisogno di un nuovo depuratore. Anche il Ministero del'Ambiente, ricordano dall'Ato, ha detto che il progetto Gavardo-Montichiari è «ambientalmente compatibile» con lo scarico nel Chiese. Insomma, «non è il depuratore del Garda il problema del Chiese».

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