Deltaplano precipitato, addio a Luigi Olivito

Luigi Olivito aveva sessant’anni, un lavoro che amava e una grandissima passione. Una passione che gli ha purtroppo voltato le spalle nella maniera più tragica ieri pomeriggio, quando il suo deltaplano a motore è precipitato nelle campagne di Centenaro di Lonato. A piangerlo, ora, ci sono i suoi familiari più stretti: la madre, la sorella e il fratello, i tanti amici del campo volo, quelli di Pozzolengo, il paese dove aveva scelto di vivere.

Originario di Valeggio sul Mincio, nel Veronese, Olivito abitava da solo in un casale verso il confine con Peschiera, in località Zanzur. Ma era il cielo la sua vera dimensione, non la terra: «A chi mi chiede se mi piace veramente volare – scriveva il sessantenne in un post su Facebook, pubblicato a corredo di una fotografia che immortala due deltaplani – rispondo che ho sempre sognato di farlo, sin da bambino e da quando ho memoria. Siccome nel frattempo mi sono cresciute le ali, continuo a farlo». 

Era un amore profondo, quello per il volo: «Veniva spessissimo al club – racconta chi condivideva la sua passione al campo volo Panizze – ed era un pilota molto esperto. Quando aveva un momento libero, era in cielo». Sono convinti che alla base dell’incidente non possa esserci una sua leggerezza, «in alcun modo. Era sempre molto attento e prudente. Le ali del suo deltaplano hanno ceduto: sarà stato certamente un guasto al meccanismo che le governa».

Conosciuto per la grande cortesia, che dimostrava sempre quando frequentava i negozi e le attività del suo paese, Olivito era noto anche per la sua attività professionale. Mediatore immobiliare da una vita, negli anni Ottanta aveva aperto la sua agenzia a Sirmione, nella zona di Colombare, e si occupava prettamente di compravendita di terreni agricoli, ricerche immobiliari e fotografie aeree. Quasi a voler coniugare il dovere, ossia il lavoro che pure amava, con il piacere del volo. Aveva carattere gioviale e allegro, si divertiva a ballare le danze latino americane, e aveva una spiccata sensibilità, il sessantenne, che non aveva timore di esternare la gioia con i suoi amici più cari. E adorava gli animali, ogni genere di animale. Oltre ai suoi tre gatti, era sempre in prima fila quando si trattava di aiutare un cagnolino a trovare casa o a rintracciarne i proprietari: non esitava a pubblicare annunci di cani persi, di appelli per averne notizie. Una volta Luigi Olivito salvò un piccolo falchetto da morte certa: «Tra volatili bisogna aiutarsi», aveva commentato dopo averlo portato al sicuro.

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