Contemplazione

Pedana La struttura della pedana è finita e, come mi aveva insegnato tanto tempo fa Agostino Barbieri, mi fermo e contemplo il lavoro svolto.

Il "cantiere" è pulito e ordinato (Civo è molto scrupoloso in questo) in attesa della gettata di cemento alleggerito che arriva domani o sabato.

Osservo le simmetrie, i dettagli, il senso di forza che hanno le travi multiple incollate che dovranno reggere il fondale e le quinte.

 

 

Riquadri Ogni riquadro visto ora è un ostacolo superato, una trave storta, una sconnessione del pavimento, una vite che non entra.

"Misura cento volte e tagli auna sola" dice il Civo e mantenere le geometrie in uno spazio così ampio non sempre è facile.

Dato che dovrà ospitare musicisti, tuttoè pensato perchè la pedana non interferisca con il suono: tutto è incolletao, isolato dal pavimento con un cuscinetto di gomma, ogni riquadro è fermato da viti e colla.

 

 

Fronte Approfitto del tramonto per immaginare cosa vedrà chi assisterà a una performance, gli spazi, le proporzioni.

Mancano ancora quinte e fondale per cui tutto dovrebbe poi essere più raccolto.

Mi godo la geometria che poi scomparirà sotto i pannelli ignifughi che faranno da pedana primaria, ma anche invisibile sarà presente.

 

 

 

Civo Ho perso il conto di quante ore ci abbiamo impiegato, di quanto tempo abbiamo dedicato a discutere i dettagli progettuali, di quanto passato a misurare, tagliare e avvitare.

Stasera ho risistemato gli attrezzie e guardavo i tanti piccoli oggetti che Civo ha predisposto per rendere pratico e preciso il lavoro.

Dime, cordini, squadre, ganasce, segna-travi, tutto perchè nelle proporzioni grandi, il palco è 10 metri per 9,5, un errore anche minimo in un punto si riperquote poi amplificato e un millimetro di non allineamento diventa un centimpetro e più alla fine.

Pannelli3 Domani cominciamo con i pannelli che racchiudono la zona del pubblico e Civo ha già preparato una dima gigante per realizzare con precisione i 14 pannelli che serviranno.

Se va tutto bene a fine settimana prossima, quando il cemento sarà asciugato, cominceremo con i pannelli delle quinte e del fondale del palco, con le velette per nascondere i fari e infine la pedana.

Ci sono ancora lavori di tinteggiatura e ritocco, le maniglie delle porte antincendio da installare, l'impianto elettrico da sistemare ma se tutto va come sabato scorso, ci saranno altri a dare una mano: anche sollo spostare i pannelli da tre metri per uno è impegnativo se moltiplicato per ventotto.

Pannelli2 A parte il lavoro c'è la piacevolezza dello "stare insieme lavorando" che è una situazione che è sempre più raro assaporare.

Non è la stessa cosa che si prova con i colleghi in ufficio, è un lavorare "liberamente", perchè lo si è desiderato, molto simile a quello che si fa in campeggio o in gita.

Adesso mi sta "cadendo la palpebra" ma  anche solo a riguardare le immagini mi piace ripercorrere le tappe del lavoro, ripensare a chi potrebbe venire ad aiutare, che compito potrebbe svolgere.

 

Cesare Ci sono le "garanzie", quelli a cui, come Cesare, devi solo dire cosa c'è da fare e si organizzano e giungono al miglior risultato possibile senza chiedere più nulla.

Comincio ad avere voglia di vedere il risultato finale, anche perchè molte delle decisioni progettuali le prendiamo man mano che il lavoro prosegue, e non ho idea di quale sarà l'effetto complessivo.

Intanto mentre pulisco il pavimento mi guardo attorno e contemplo.

Vai articolo originale: http://blog.gigitaly.it/2011/05/contemplazione.html

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