Comunicato Stampa del Comitato Acqua Benaco

Si è svolta ieri a S. Felice del Benaco l’attesa assemblea indetta dal Comitato Acqua Benaco, nel corso della quale il comitato ha presentato il risultato di sei mesi di lavoro e studi sull’epidemia verificatasi nel giugno-luglio del 2009.

La serata si è aperta con il resoconto della partecipazione al VII workshop Nazionale Enter-net Italia, relativo alle infezioni trasmesse da alimenti ed acqua: dai lavori presentati a questo congresso in merito all’epidemia di San Felice (oltre a quello del Comitato, quello dell’Istituto Superiore di Sanità e quello dell’Istituto Zooprofilattico di Brescia) è emersa chiaramente la stretta correlazione individuata dal mondo scientifico, unanimemente concorde, tra consumo di acqua municipale infetta ed insorgenza dell’epidemia. Partendo da questo legame di causa-effetto tra l’assunzione di acqua contaminata e la diffusione dell’epidemia, riconosciuto a livello nazionale dalla comunità scientifica ma tutt’oggi dubbio secondo i responsabili di Garda Uno, ha preso il via l’intervento della Dott.ssa Lorenzotti, infettivologa presso l’ospedale di Cremona. La Dott.ssa ha presentato prima una serie di dati,  riportati dalla  recente letteratura medica,  relativi alla provata correlazione tra infezione da Norovirus e sindrome dell’intestino sensibile, mentre nella seconda parte del suo intervento ha preso in considerazione la significatività di eventuali correlazioni tra la suddetta infezione ed altre patologie intestinali.

Le problematiche mediche verranno peraltro approfondite dal Prof. Lanzini docente di gastroenterologia presso l’Università di Medicina di Brescia, che sta eseguendo uno studio sull’epidemia ed i suoi possibili postumi,  in occasione dell’incontro appositamente  organizzato dal Comitato per il 04/02/2010 presso l’ex Monte di Pietà di San Felice.

Il tecnico del comitato, Ing. Niederjaufner, ha iniziato con  una panoramica  sulle principali  leggi che regolano la costruzione e la gestione degli acquedotti. Successivamente sono state presentate alcune considerazioni tecniche sull’acquedotto di San Felice. Importante sottolineare come tutte le osservazioni esposte siano scaturite da un attento esame della documentazione ufficiale fornita da ASL a seguito dell’istanza d’accesso inoltrata dal Comitato il 12/10/2009: infatti da parte di Garda Uno e del Comune di San Felice è stata purtroppo negata al Comitato la possibilità sia di aver accesso ad informazioni dirette, sia di poter visitare l’impianto di depurazione dell’acquedotto .

Dai documenti ufficiali ASL emergono chiaramente ed incontrovertibilmente le carenze strutturali e gestionali che hanno causato la disastrosa epidemia della scorsa estate. 

Sono inoltre risultate evidenti alcune dissonanze maggiori che riguardano principalmente lo stato attuale dell’impianto,  l’atteggiamento dell’ente gestore nei confronti degli organi ufficiali (ASL, AATO, Comune) e loro relative prescrizioni, e la gestione, talvolta apparentemente superficiale, della rete idrica.

Per esempio è stato interessante  sapere che se l’acquedotto di San Felice avesse avuto una “fase di disinfezione finale” come prevista dalle normative vigenti, molto probabilmente  l’epidemia non si sarebbe verificata. Un’altra notizia che ha colpito i partecipanti è stata quella che  nel “Piano di controllo interno dei civici acquedotti” inviato da Garda Uno ad ASL ed annualmente aggiornato e previsto per legge, l’acquedotto di San Felice è totalmente assente. Sconcertante è stato sapere che le prescrizioni impartite da ASL nell’agosto 2009 non sono state ancora completamente ottemperate da Garda Uno. I presenti si sono chiesti se quanto è accaduto sette mesi fa potrebbe ripetersi, ed hanno guardato  con grande preoccupazione alla prossima stagione estiva. Quantomeno bizzarro infine apprendere che l’innovativo progetto di ristrutturazione del civico acquedotto presentato due sere prima nel corso di una pubblica assemblea dal Sindaco Dott. Paolo Rosa, risale in realtà al 2008: tale progetto inoltre, secondo il tecnico, non ha caratteristiche di straordinarietà ma è semplicemente quanto dovrebbe essere normalmente garantito per legge come livello di “minima diligenza”. E’ quindi risultato evidente come, con una spesa contenuta sarebbe possibile attuare (in tempi relativamente rapidi) interventi minimi ma fondamentali per garantire la sicurezza dell’acqua erogata: la corretta installazione e taratura di un dispositivo che garantisca l’operazione di disinfezione finale e della strumentazione ad esso correlata, nonché l’installazione di filtri a carbone attivo.

L’ultimo intervento della serata è stato tenuto dal Sig. Mazzacani, del comitato “Acqua di Prevalle” ed ha avuto per tema la privatizzazione dell’acqua.  Partendo dalla definizione dell’importanza dell’acqua come bene essenziale alla vita umana, il relatore è passato all’analisi di alcuni concetti economici semplici: libero mercato, concorrenza, monopolio, per arrivare a parlare della svolta legislativa attuale, della organizzazione del servizio idrico integrato e dei riflessi che il forte processo di privatizzazione in atto oggi potrà avere in futuro sulle tariffe e sulla gestione dell’acqua.

Il Comitato, a conclusione della serata, ha ricordato l’importante appuntamento di Giovedì 04 Febbraio, presso la sala consiliare dell’ex Monte di Pietà di San Felice: all’incontro intitolato "Gastroenteriti acute di comunità: domande e risposte"; interverranno il Prof. A. Lanzini, la Dott.ssa B. Zanini, la Dott.ssa C. Ricci e la Dott.ssa F. Bandera.

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