Come creare un macroscopio con Helicon Focus

Sono rimasto affascinato dalle capacità di un macroscopio elicoidale (questa può essere una rozza traduzione di helicon macroscope) dall’inglese.

Ho trovato questa guida sul sito del capacissimo Julian Brooks, al sito www.wildwater.tv

Le basi

Tutti sappiamo com’è fatto un microscopio, almeno in linea di massima. Un microscopio è un sistema ottico composto sostanzialmente da tre elementi: obiettivo, stativo  e oculare. In questo tutorial vi spieghaimo come costruire in casa un sistema che si comporta come un microscopio senza tuttavia esserlo, ovvero costruiremo un macroscopio con un budget molto limitato. I risultati come potrete vedere sarannno inimmaginabili.

Un macroscopio condivide la maggior parte delle caratteristiche di un microscopio. E’ composta da un obiettivo (l’obiettivo della nostra fotocamera) e da un elemento sensibile (occhio o sensore fotografico).

helicon macroscope nikon d90Ogni fotografo che si sia cimentato con la fotografia macro ha dovuto affrontare il problema della profondità di campo. Nella fotografia macro infatti focheggiare sul punto esatto è difficile ed una volta raggiunto il fuoco corretto, ci accorgeremo che a distanze molto brevi dal punto focale il resto dell’immagine sarà fuori fuoco.

Helicon Focus è un potente programma che permette di risolvere il problema della limitata profondità di campo in macrofotografia.

La logica seguita da Helicon Focus è simile a quella del bracketing in fotografia high dynamic range. Si raccolgono una serie di fotografie prese a punti focali di distanza crescente ed il software riesce a ricostruirire un’immagine finale completamente a fuoco, rendendola nitidissima in tutti i suoi punti appunto perchè lavora solamente sulle zone più definite (suppongo che il funzionamento si basi su trasformate di fourier e maschere gaussiane)

 

 

Di cosa ho bisogno?

 

D300 su ingranditore meopta e set di ottiche macro

 

Prima di tutto per tenere rialzato il nostro sistema c’è bisogno di uno stativo (base per ingranditore fotografico), poi di una fotocamera reflex (io consiglio dal Nikon D90), un “mantice fotografico” (se vedete quello in fotografia capite subito di cosa si tratta) ed infine un flash esterno azionabile a distanza preferibilmente.

Il nostro obiettivo è riprodurre un sistema che permetta di illuminare decentemente il soggetto in questo caso, le scanalature sulle ali di una farfalla.

Come stativo può essere utile utilizzare un ingranditore fotografico.

 

Set di ottiche micro nikkor

La lente da usare, è ovviamente una lente macro che permetta distanze ravvicinate di messa a fuoco, il Micro-Nikkon 105mm f/4 può fare al caso nostro.

Per prima cosa connettiamo la fotocamera, il mantice e l’obiettivo come mostrato nella figura seguente

Noterete che alla minima vibrazione tutto oscillerà: cerchiamo di evitarlo il più possibile.

 

Mantice nikon D300

 

Il problema di oscillazione si risolve rinunciando al massimo ingrandimento e cercando di appoggiare la lente ad un sostegno graduato, come in figura qui sotto:

 

Appoggio per obiettivo

 

Il secondo problema principale: l’lluminazione:

Dovremmo cercare di illuminare il soggetto il più possiible con lampade al tungsteno per riuscire a mettere a fuoco, ed in fase di scatto, sfruttare un flash esterno (in questo caso il Nikon SB800, ma anche un altro scatto remoto come il Metz-AF48) che permetta di regolare la luce manualmente.

Più il mantice sarà esteso, più vicina sarà la lente al soggetto. Questo è il principio fondamentale che sfrutteremo, cioè l’estensione della lunghezza focale.

Durante gli anni, sono state progettate diverse lenti che possano colmare la lacuna fra macrofotografia e microscopia, una di queste è la Zeiss Luminar, originalmente nataper il sistema Zeiss Ultraphot.

Abbiamo adattato manualmente questa lente al nostro mantice:

 

Zeiss Luminar attaccata al mantice

 

 
Come si può vedere, il sistema è piuttosto semplice. Ora sarà possibile regolando la messa a fuoco prendere diverse immagini del nostro soggetto.   

Alcuni accorgimeni tecnici:

Sappiamo ch chiudere il diaframma aumenta la profondità di campo, questo ci indicherebbe che maggiore il numero F allora migliore e più nitido sarà il risultato. Purtroppo questo non è il nostro caso: perchè?

Una lente macro, come per esempio il Tamron 90mm, sono corrette per il fuoco ravvicinato, questo significa che sono teoricamente nitidide ad alti ingrandimenti, però nella pratica tutte le lenti soffrono del fenomeno della diffrazionel luminosa a diaframmi chiusi.Questo significa che il numero F ottimale per la maggior parte delle lenti è compreso fra f/8 – f/11 (per la spiegazione leggere l’ottimo tutorial http://digitalphotography-tricks.blogspot.com/2010/01/8-come-scegliere-il-giusto-diaframma.html

Sotto questo limite la risoluzione scende a f maggiori. Le ragioni sono troppo tecniche per essere spiegate in dettaglio, ma essenzialmente ciò che succede è che la fotocamera si trasforma in un sistema ottico primitivo, noto come foro stenopeico. A grandi ingradimenti, la profondità di campo è ristrettissima intorno a meno di 1 millimetro solamente. Le migliori lenti macro prevengono questi problemi al massimo fino a f/16 e lavorano così senza grandissima perdita di dettaglio.

Impostiamo tutto in modalità manuale, la fotocamera dev’essere sincronizzata col flash alla maggiore velocità possibile (sync speed). Impostiamo il flash fino ad ottenere la luminosità desiderata, ci verrà in aiuto anche l’istogramma.

Tipiche impostazioni sono f/11 e flash impostato a 1/4 della potenza massima. Si può modificare la potenza luminosa incidente sul soggetto spostando il flash lontano, chiaramente tenendo conto della legge dell’inverso del quadrato delle distanze, vale a dire: allontanare il flash di due volte la distanza iniziale corrisponde a perdere uno stop di luce.

 

Il nostro sistema SB800+D300

 

Con una lente macro, impostiamo il fuoco su INFINITO ed usiamo il mantice per focheggiare. Il controllo sarà tanto più preciso quanto meglio riusciremo a spostarci sulla scala graduata.

Un consiglio molto utile è quello di utilizzare un sistema di scatto remoto. La mano che preme sul tasto di scatto, farebbe vibrare tutto e si perderebbero ore e ore di lavoro a cercare di sistemare problemi di mosso.

Scattare le foto e processarle

Ecco dove il software prende il controllo. Scarichiamo le immagini che abbiamo scattato a diverse profondità di campo e carichiamole in Helicon Focus.
Questa è la serie di foto da processare:

 

Helicon focus download free ita

 

e questo è il risultato finale, le ali della nostra farfalla

 

 

Macroscope con helicon focus

 

 

Vi rimando ad alcuni link per il download del software suddetto:

http://digitalphotography-tricks.blogspot.com/2010/08/helicon-focus-torrent-ita.html

http://www.torrentreactor.to/torrents/download/2462704

 

Ecco altri risultati meravigliosi, sempre fatti da Julian Brooks:

 

Macro-micro fotografia di mosca
 
 

 

Vai articolo originale: http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Fotografia/Tutorial-Fotografici/Come-creare-un-macroscopio-con-Helicon-Focus.html

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