Assalto al campo di papaveri per i selfie

Bello, bellissimo, praticamente irresistibile: il campo ai Barcuzzi, così rosso di papaveri, è la star di questi giorni. Peccato però che a quasi nessuno venga in mente di non rovinarlo. E così si contano a decine i patiti di selfie che ci si fiondano in mezzo per conquistare lo scatto perfetto. E addio papaveri.

La questione è scoppiata sui social qualche giorno fa. Domenica, per la precisione, quando più che dei fiori si discuteva del traffico sulla statale che passa dai Barcuzzi. Turismo della domenica? Solo in parte. Perché le code e i rallentamenti registrati sulla via che da Lonato porta a Padenghe erano per lo più dovuti ai tantissimi che hanno diminuito l'andatura per ammirare il campo o che si sono fermati là dove non dovevano, parcheggiando sulla banchina o sulla ciclabile e scendendo per un selfie.

Tutto lecito, ammirare la bellezza è consentito così come immortalarla, ma fino a un certo punto: alcuni residenti hanno anche allertato la locale, che si è pure recata sul posto. Anche dieci, quindici persone contemporaneamente: tutte dentro il campo, tutte con il telefonino sguainato. Si capisce, perché il campo è uno spettacolo della natura che si risveglia. Ma al contempo questo atteggiamento si dimostra ben poco rispettoso, e non per un motivo appena. Lo scempio.

In primo luogo, l'incremento dei pericoli legati alla circolazione cui si accennava sopra, ma anche il fatto che entrando nel campo, di fatto, si viola una proprietà privata: in quanti hanno pensato, prima di lasciare le proprie belle impronte e di schiacciare quanto seminato, che sotto ai piedi avevano grano seminato grazie al lavoro di qualcuno? A voler vedere, nessuno. Senza contare lo scempio. Il caso del campo di papaveri di Lonato sta facendo il giro di mezza provincia: rilanciato pure dal sindaco di Montichiari, Marco Togni, è salito alla ribalta anche della stampa nazionale.

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