Acqua: indagine ASL e i dubbi sul decorso benigno dell’epidemia

Come immagino altri a San Felice, anch’io ho partecipato allo studio osservazionale sulla grave epidemia che ha colpito San Felice lo scorso giugno, avviata dal Dipartimento di Medicina, S.S.D. Gastroenterologia degli Spedali Civili di Brescia, responsabile il Prof. Alberto Lanzini, studio che giudico positivamente in quanto più se ne sa e meglio è su questa brutta vicenda.

Nei giorni scorsi ricevo a casa questa busta con tanto di timbro ASL di Brescia con un nuovo questionario che compilerò al più presto:

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All’interno della lettera trovo una serie di pagine tra i quali il foglio informativo di ASL sulle finalità dello studio che letteralmente riporta:

Progetto di Studio

Gastroenterite acuta virale e incidenza/storia naturale di sindrome dell’intestino irritabile post-infettiva e di morbo celiaco: studio osservazionale prospettico di coorte su epidemia da Norovirus.

……

La sindrome dell’intestino irritabile è una condizione clinica abbastanza diffusa caratterizzata da dolore e/o fastidio alla pancia associati ad alterazioni del modo di scaricarsi.

Il morbo celiaco è una intolleranza alimentare che colpisce solo soggetti geneticamente predisposti e che consiste nella perdita della tolleranza al glutine (una proteina che si trova in molti cereali (frumento, grano duro, segale, orzo, farro).

Per entrambe queste condizioni ci sono ipotesi che correlano un episodio di gastroenterite infettiva con il loro esordio.

……

Subito mi  viene un dubbio in merito al mio post del 14 settembre in cui riportavo casi di transaminasi alte a distanza di mesi tra i coinvolti nella grave epidemia da Norovirus e quindi inizio qualche ricerca.

Premetto che non sono un medico, anzi, da normale cittadino di medicina ne capisco poco se non nulla, ma cercando velocemente in rete trovo ad esempio questo articolo sull’International Journal of Gastroenterology and Hepathology (anche in PDF) in cui all’interno letteralmente c’è scritto:

Therefore, norovirus infection has to be included among the conditions that are associated with increased numbers of IELs (eg, coeliac disease, …).

che tradotto in italiano recita:

Quindi, l’infezione da norovirus deve essere inclusa tra le condizioni associate alla crescita del numero di IEL (es. celiachia, …).

Opps, mi dico, già un particolare torna.

Quindi provo a fare un passo in più e provo a verificare se la celiachia o la sindrome dell’interstino irritabile provocano l’innalzamento delle transaminasi.

Andando sul sito della Associazione Italiana Celiachia ho trovato una risposta del Prof. Umberto Volta il quale dice letteralmente che:

… l’ ipertransaminasemia senza una causa eziologica nota sia un possibile segno di presentazione di celiachia ed il suo manifestarsi è imputabile ad un aumentato passaggio di antigeni alimentari attraverso la barriera intestinale (con incrementata permeabilità nella celiachia) ed al loro successivo arrivo attraverso il circolo portale al fegato con conseguente citonecrosi epatica. Abbiamo dimostrato con numerosi contributi scientifici che la dieta aglutinata stretta normalizza i valori delle transaminasi nel giro di 3-6 mesi.

E il prof. Volta non è l’ultimo arrivato essendo co-autore dello studio “Anti tissue transglutaminase antibodies as predictors of silent coeliac disease in patients with hypertransaminasaemia of unknown origin“, pubblicato su Digest Liver Dis 2001; 33:420-425 (U. Volta et al.) in cui proprio all’inizio dell’abstract dice:

Unexplained hypertransaminasaemia can be regarded as an extraintestinal presentation of coeliac disease.

Oppss, anche questo torna!

E così potrei citare tracce che ho trovato di correlazione tra sindrome dell’intestino irritabile (che in termini medici viene definito con l’acronimo IBS) e ipertransaminasemia.

A questo punto però io non capisco quello che a mio personale avviso è un duplice atteggiamento di ASL che da una parte risponde tramite il Direttore Sanitario Dott. Vassallo dicendomi in pratica che non ci sono indicazioni diverse rispetto al decorso benigno, dall’altra parte invece presenta evidentemente dei dubbi a cui con questo studio vuole cercare di dare qualche risposta.

Ora, so che verrò accusato di allarmismo, ma ripeto che la mia intenzione è solamente essere da stimolo, perché ho la netta sensazione che si stiano sottovalutando aspetti medici e ritengo siano temi di indagine a cui andare a fondo con decisione anche perché ci sono persone che continuano ad avere problemi dopo l’epidemia e nessuno sta dando risposta.

Anzi, giro subito queste mie perplessità al Prof. Lanzini.

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