Acqua a San Felice: fase giudiziaria, al via l’udienza preliminare

Da un po’ non scrivo sulle conseguenze della gravissima epidemia di gastroenterite che nel giugno 2009 ha colpito abitanti e turisti di San Felice del Benaco, avevo infatti promesso di riportare esclusivamente fatti e di non farmi trascinare in polemiche o indiscrezioni, ed a questa promessa mi sono attenuto.

Da ieri c’è un nuovo fatto, è iniziata infatti la fase giudiziaria di questa triste e grave vicenda. E’ cominciata infatti al Tribunale di Brescia l’udienza preliminare davanti al giudice Francesco Nappo per i vertici di Garda Uno: il Presidente Mario Bocchio, il Direttore Generale e Procuratore Speciale Franco Richetti, il Dirigente Responsabile del ciclo idrico Mario Giacomelli.

Proprio oggi c’è un articolo molto completo ed esaustivo sul Bresciaoggi a firma di Wilma Petenzi. Vi invito sin da ora ad andare in edicola comunque ad acquistarlo in quanto è un documento molto importante in un momento cruciale sulla strada della chiarezza sulle cause.
Mi scuso sin da ora pubblicamente con Bresciaoggi per aver riportato l’articolo, non è mio costume farlo, ma lo faccio solo come contributo documentale di pubblica utilità.

Acqua infetta, in aula i vertici di Garda Uno

San Felice. E’ iniziata ieri l’udienza preliminare davanti al giudice Francesco Nappo per il presidente, il direttore generale e il responsabile del settore ciclo idrico.
Nel giugno 2009 maxi epidemia di gastroenterite. In quaranta, tra cui il Comune, hanno chiesto di costituirsi parte civile: il giudice aggiorna a gennaio.

La comunità scientifica non ha dubbi: l’epidemia di gastroenterite che nel giugno dello scorso anno colpì duemila persone a San Felice è conseguenza dell’acqua infetta sgorgata dall’aquedotto. L’epidemia per gli esperti, fu causata da costridium perfrigense e norovirus, microrganismi patogeni trovati nell’acqua dell’acquedotto.

La stessa certella ha portato la procura a chiedere il rinvio a giudizio dei vertici di Garda Uno, la società che gestisce l’acquedotto del paese gardesano. Per epidemia colposa, distribuzione di alimentari adulterati e per lesioni colpose chiede il processo per Mario Bocchio, 55 anni, Presidente di Garda Uno, Franco Richetti, 62 anni, Direttore Generale e Procuratore Speciale di Garda Uno, Mario Giacomelli, 56 anni, Dirigente Responsabile. E ieri, davanti al Gup Francesco Nappo è iniziata l’udienza preliminare. Pochi minuti per raccogliere la richiesta di costituzione di parte civile presentata da una quarantina di parti offese, tra cui i 23 cittadini che hanno sporto denuncia, assistiti dagli avvocati Gianluca Savoldi, Elena Scotuzzi e Lorenzo Valtorta, il Comune di San Felice, assistito dall’avvocato Luigi Frattini, altri cittadini che si sono presentati ieri in aula con il certificato medico e albergatori e ristoratori del paese.
Impossibile decidere subito sull’ammissibilità delle costituzioni di parte civile, il giudice ha aggiornato l’udienza al 13 gennaio, quando le parti torneranno in aula.

Per la procura, rappresentata in aula dal sostituto procuratore Leonardo Lesti (le indagini erano state coordinate dal PM Paolo Abritti) i batteri che portarono in pronto soccorso più di duemila persone potevano essere evitati, i responsabili dell’acquedotto comunale avrebbero dovuto prevedere quello che successe dal 9 giugno 2009 in poi. Ma i vertici di Garda Uno, secondo le accuse, non previdero l’epidemia perché agirono con negligenza, imperizia e imprudenza nella gestione della rete idrica comunale.


Secondo il pm i microrganismi patogeni potevano essere trovati nelle incrostrazioni interne ed esterni, ma anche nei prelievi d’acqua, nei filtri e nell’acqua del rubinetto, ma i batteri, secondo la ricostruzione dell’accusa, proliferarono a causa di una situazione di degrado dell’intero impianto. La procura avrebbe appurato che l’impianto era arrugginito e i mitili avevano avuto vita facile aggredendo il filtro a lago, la sabbia aveva fatto il resto; la clorazione utilizzata nell’impianto era insufficiente, così come era assente un trattamento contro le tossine prodotte dalle alghe e, sempre per la procura, nell’azienda non c’era nessuno con le competenze necessarie per interpretare le variazioni dei dati delle analisi e in grado, quindi, di capire il rischio che stava correndo l’intera cittadinanza continuando a bere l’acqua del rubinetto.

Ora i vertici di Garda Uno sono chiamati a rispondere dell’epidemia.

(Wilma Petenzi)

Personalmente mi ha molto impressionato quanto rilevato dalla procura: indipendentemente dall’esito del giudizio spero che i Sindaci azionisti non  rimangano insensibili a questi elementi e facciano lo sforzo di voler guardare dentro e mettere mano a Garda Uno, che rimane comunque un prezioso patrimonio del nostro territorio, con un’operazione trasparenza volta innanzitutto a ristabilire un rapporto di fiducia con i cittadini-proprietari.

Comunque altri articoli cominciano ad apparire sulla giornata di ieri, come quello su QuiBrescia.

Vai articolo originale: http://garda2o.wordpress.com/2010/12/17/acqua-a-san-felice-fase-giudiziaria-al-via-ludienza-preliminare/

Lascia un commento