A proposito del sig. Bertolaso

quella della Protezione civile è l’unica normativa che considera, in linea con le normative comunitarie relativamente alla accelerazione delle procedure, la variabile “tempo” come reale e cogente (Guido Bertolaso, in risposta alle 10 domande di Eugenio Scalfari, su Repubblica di oggi – anche online, qui)

In epoca non sospetta, un anno fa, scrivevo in “Sindaci imprenditori” (pagg. 44-48):

Uno spazio importante lo occupa la presunzione di colpevolezza, ovvero quell’insieme di norme che dovrebbero evitare le malversazioni e invece finiscono per impedire le normali prassi di negoziazione, quelle che consentono alle imprese private di ridurre i costi e ottimizzare le forniture.

[…] Insomma nella normativa che presiede la pubblica amministrazione prevale quello che potremmo chiamare il principio di diffidenza. La proposta che emerge dalle considerazioni dei sindaci imprenditori è quindi di ripristinare un sistema basato sulla fiducia con controlli pervasivi e rigore assoluto nella repressione dei reati.

[…] bisogna prendere atto dell’evidenza: l’apparato normativo nato per debellare il virus ne ha soltanto stimolato le capacità adattive, favorendo la selezione delle specie più abili. Fuor di metafora: le malversazioni non sembrano cancellate, ma richiedono metodi più sofisticati.

Lo Stato non affronta la questione, e non trova di meglio da fare che affidare a una persona che ritiene onesta, competente ed efficace tutte le incombenze che richiedono una soluzione in tempi certi e rapidi. Che nella sua struttura qualcuno faccia il furbo non sorprende più di tanto (purtroppo), perché la “società civile” non è affato migliore del ceto politico che esprime. Quello che invece mi scandalizza è la spropozione tra le poche righe che i magistrati riservano a Guido Bertolaso e lo spazio con titoli e fotografie dei media. Chissà se considera questa valanga di fango alla stegua delle emergenze che è chiamato a risolvere.

*: Il “sig.” non è ironia ma un mio convincimento che alle figure pubbliche i media dovrebbero riservare un po’ di distanza e rispetto formale, che li aiuterebbe ad essere ancora più critici ed obiettivi quando necessario. E quindi usare il M. o Mr. che la stampa francese e britannica adottano per i Sarkozy e Brown. Vedere anche qui.

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