I timori di molti stanno prendendo corpo. Da settembre – salvo colpi di scena, che ad oggi non appaiono pere nulla probabili – i biglietti del trasporto pubblico subiranno un significativo aumento anche nella provincia di Brescia.
In particolare le corse cittadine avranno un costo maggiorato fino al 14,55 per cento, i servizi extraurbani aumenteranno dal 7,14 (lotto 3) al 7,68 per cento (lotti 1 e 2), mentre i titoli integrati regionali-provinciali cresceranno del 4,81 per cento.
La decisione non è ancora ufficiale (bisognerà aspettare l’assemblea dei soci di fine mese), ma una lunga nota del presidente dell’Agenzia Tpl Giancarlo Gentilini fa capire che i soci sono arrivati già lo scorso al massimo del contributo possibile (“L’Agenzia Tpl deve garantire l’equilibrio di bilancio e la ripresa dell’inflazione non viene compensata da un incremento di risorse, al contempo lo sforzo dei Soci è già al massimo”) e, dunque, non c’è molto spazio di manovra.
L’Agenzia sottolinea comunque che, a fronte degli aumenti già avvenuti in diverse città italiane, i prezzi erano fermi da cinque anni sulle tratte extraurbane e da ben nove sulle urbane grazie al contributo della Loggia (che nel 2022 ha versato 1,3 milioni di euro, oltre agli 8,5 del canone di servizio).
Gentilini, quindi, conclude evidenziando che per il futuro “diventerà prioritario il contrasto alla morosità, che si attesta mediamente tra il 25 e il 30% sul trasporto extraurbano, mentre è fisiologica e molto ridotta sull’Urbano”.
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