Beppe Grillo Yes man

C’è chi si stupisce di fronte alla reticenza di Beppe Grillo di fronte alle interviste dei giornalisti? Cercando un po’ su YouTube mi è parso però che Grillo sia sempre stato intervistato con domande aperte del genere “Ci parli di…”, “Ci spieghi perché…”, “Come la vede riguardo a…”. Sono tutte domande che si possono tranquillamente rispondere senza scendere nei dettagli, senza grandi contestualizzazioni strutturate e con una buona dose di soggettivismo. Poi ovviamente ci sono i suoi video fatti da lui e pubblicati online. Non si può dire che sia uno che si tira indietro dal parlare in pubblico. Anzi, forse è proprio l’unica cosa che sa fare. Ma allora perché sottrarsi a un giornalista di uno dei programmi più seguiti (probabilmente anche dai suoi stessi seguaci) per fare un po’ di propaganda?i Non aveva forse ripassato i capisaldi dei suoi no all’Euro?

Non mi stupisce affatto che di fronte a un giornalista che lo incalza sull’approfondire certi temi come la fattibilità dell’uscita dall’Euro e le conseguenze del mancato pagamento dei debiti dello Stato, Grillo preferisca scappare che rispondere. Magari adesso che sa che in agguato ci sono queste domande, preparerà un nuovo video da caricare su YouTube dove affronterà gli argomenti senza contraddittorio, dove potrà con comodo esporre conseguenze che gli conviene illustrate e tralasciare quelle più complesse da comprendere o da spiegare. Insomma, a Grillo piace gridare quel poco che i suoi sostenitori possono capire, che spiegare in maniera analitica i risvolti che interessano alle persone direttamente coinvolte e preparate.

Grillo è ottimo per fare brainstorming e per osservare quello che si fa in giro per trovare alcune best practice, ma pessimo per il passo successivo, ovvero la contestualizzazione e l’applicazione delle idee. E infatti a questo punto delega ai singoli supporter che ha dicendo loro che “sei tu il leader di te stesso”, “sei tu individuo informato che deve prendere in mano la situazione”, ma questa chiusura non è degna di un partito né di un movimento popolare (cosa che dovrebbe essere il Movimento 5 stelle, che poi in fondo svolge un ruolo di partito sul territorio). Grillo dovrebbe limitarsi a fare il predicatore in stile Yes man, o fondare un suo movimento religioso di culto della ribellione, ma non dovrebbe mettere becco nei problemi concreti dell’amministrazione statale di un paese.

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